Guarire dalla Sindrome da Stanchezza Cronica: la Mia Storia (2017)

Pubblicato per la prima volta sul sito web Premier Christianity.

 

La sindrome da stanchezza cronica (conosciuta sotto l’acronimo inglese CFS) è una malattia di cui soffrono, secondo alcune stime, una persona su 300[1] e di cui un buon numero sono evangelici attivi[2]. Alcuni si riprendono completamente, altri solo parzialmente. Alcuni non si riprendono mai[3]. Adesso vi racconto la mia storia con la CFS.

La mia battaglia con questa malattia è cominciata nel 2005, quando mi sono ammalato a causa di un virus. All’inizio potevo ancora andare dal dottore pedalando quei 5 minuti fino al suo studio, ma già un paio di settimane dopo mi serviva un taxi. Passarono un altro paio di settimane e non riuscivo nemmeno a mettere due passi fuori casa. Per il successivo anno e mezzo andavo a letto alle nove di sera e dormivo per circa 12 ore, avendo bisogno di riposarmi anche durante il giorno.

In quel periodo, tutti avevano voglia di darmi consigli su cosa avessi bisogno di fare – così misi una pentola d’acqua sul termosifone, mangiai “fango indiano” (non chiedetemi come fosse…)… e così nell’estate del 2006 conobbi qualcuno che aveva davvero sofferto di CFS ed era stato curato con la cosiddetta Reverse Therapy[4], il cui approccio si basa sull’idea che questa malattia sia prettamente psicosomatica.

Non mi colpì per niente: molte persone hanno cercato di farmi credere che la CFS fosse nella mia testa, ma mentalmente…io stavo bene. Non ero giù di morale, sapevo che non dovevo essere guarito affinché la vita avesse un senso per me ed ero piuttosto rilassato al riguardo. Ero già stato un missionario per diversi anni. Era impossibile che avessi problemi mentali, no?

Beh, venne fuori che invece ne avevo. E lo scoprii tenendo un diario.

Scrivendo giorno per giorno notai che alcuni dei miei sintomi erano legati a cose che capitavano nella mia vita. Il mio mal di gola cominciò in concomitanza con la nascita di un lieve conflitto con qualcuno. La sciatica mi veniva quando facevo per troppo tempo la stessa cosa. Iniziai così a cambiare la mia vita e i sintomi si ridussero, cominciarono a tornarmi le energie.

Non lo sapevo allora, ma l’ideatore della Reverse Therapy aveva tratto molto di questa tecnica da un libro cristiano, Le emozioni mortali di Don Colbert, che esplora la malattia psicosomatica alla luce della sua esperienza come dottore.

Questi principi mi permisero di fare importanti passi avanti, fra cui il riuscire a dormire 8-9 ore a notte. Avevo più energia rispetto a qualsiasi momento degli ultimi due anni. Ero davvero vicino alla normalità!

Tuttavia ero terribilmente instabile. Quest’enfasi sui miei sintomi e sul mio stato emotivo mi spinse a interpretare ogni sintomo alla luce di qualcosa di più profondo. Ogni indigestione, ogni crampo veniva analizzato e rianalizzato per capire quali cambiamenti avrei dovuto apportare alla mia vita. Andavo in chiesa o a qualche incontro ma appena mi sentivo un sintome, mi alzavo e me ne andavo. Non ero una persona facile con cui passare il tempo.

Dovevo fare di più, ma la Reverse Therapy non era capace di farmici arrivare.

Fu a quel tempo che riuscii a parlare con qualcuno che aveva attraversato il Lightning Process[5], un approccio che lavora sul modo in cui pensiamo, cercando di eliminare i pensieri negativi e guardando alle cose in maniera positiva.  Non andai al corso (non mi andava di spendere 500 sterline per pagarne uno, ma a dirla tutta non volevo nemmeno vanificare il progresso che avevo già fatto). Ma cominciai a lavorare sui miei schemi di pensiero, notando quando tendevo verso la disperazione e combattendo questi pensieri (in maniera simile ad altri approcci cognitivi comportamentisti). Feci questo mantenendo una certa sensibilità verso la mia natura a somatizzare e l’intero processo di riaggiustamento generale durò alcuni mesi, portandomi a guarire completamente.

Guardando adesso al passato, sono molto grato per il mio periodo difficile di malattia. Perché? Beh, ho scoperto che Dio era abbastanza anche quando non avevo energie. Non dovevo guarire. Non dovevo soddisfare i miei piani e i miei sogni. Lui era – e Lui è – abbastanza.

Ringrazio Dio anche perché, quando la mia malattia continuava a peggiorare, mi chiedevo dove sarebbe andata a finire e riuscivo comunque a provare la Sua pace. Lo Spirito di Dio era reale e presente anche in questi momenti oscuri.

E ringrazio Dio per avermi allenato a riconoscere i problemi psicosomatici. Nel condividere la mia storia e le mie debolezze, sono rimasto stupito da quante persone ne hanno tratto beneficio in diversi modi, dai loro problemi matrimoniali ai disturbi del sonno o ancora alla depressione.

Ogni situazione è diversa e ogni persona è unica, dunque la guarigione non è mai assicurata. Comunque Dio è con noi, sia che guariamo o no, ed è lì che sta la nostra vera speranza.

Bibliografia

[1] Prevalence rates of 0.2-0.4% according to https://www.nice.org.uk/guidance/cg53/chapter/introduction.

[2] More than would be expected: pers.comm John Eaton, founder of Reverse Therapy. Jun 2008.

[3] 5% recover fully according to Caines and Hotopf: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15699087.

[4] http://www.reverse-therapy.com/.

[5] https://lightningprocess.co.uk/